a partire da metà aprile 2006 la Gazzetta dello Sport e La Repubblica (a volte anche il Corriere della Sera) iniziano a pubblicare intercettazioni ascoltate dai Carabinieri. Inizia un'indagine, con il maresciallo Auricchio che consegna il fascicolo delle intercettazioni alla procura federale. Si scopre così che alcuni dirigenti, su tutti Luciano Moggi della Juve, avevano contatti con i disegnatori arbitrali. A maggio 2006 si scoprono intercettazioni che inguaiano Moggi, tra tutte una in cui suggerisce la griglia delle designazioni. Inizia il processo a giugno, nel frattempo emerge anche che Moggi aveva consegnato delle sim svizzere agli arbitri e che Meani (Milan) andava spesso a cena con i disegnatori e con gli arbitri, soprattutto con Collina. Il processo si svolge in tempi rapidissimi e si conclude con la condanna di primo grado alla Serie C1 per la Juventus, Serie B per Milan, Fiorentina, Lazio e Reggina. Alla fine la Juventus è retrocessa in Serie B con 30 punti di penalizzazione, le altre in Serie A con penalizzazione. La Juve fa ricorso e i punti di penalizzazione si riducono a 19.
Nel corso degli anni l'Inter si vanta di essere stata l'unica squadra onesta a non essere stata coinvolta nello scandalo. Per volontà di Guido Rossi (ex membro del Cda dell'Inter) lo scudetto 2006 viene assegnato all'Inter, che vince anche il campionato seguente praticamente senza rivali (penalizzate o retrocesse). A tutti però risulta strano che all'Inter sia stato assegnato lo scudetto della stagione 2005/2006, sulla quale non esistono intercettazioni e quindi svolto regolarmente e vinto dalla Juventus sul campo.
A febbraio 2010 emergono improvvisamente almeno 700.000 intercettazioni ascoltate ma incredibilmente non consegnate dal maresciallo Auricchio alla procura federale. Nelle intercettazioni si scopre che tutte le squadre si comportavano come la Juventus e soprattutto emerge che l'Inter era invece coinvolta eccome nello scandalo. Viene scoperto che Facchetti (ex presidente dell'Inter) visitava spesso gli arbitri prima di una partita a San Siro, a volte arrivava persino ad intimorirli per aiutare l'Inter. Si scoprono fitti legami tra l'Inter e i designatori e tra il Milan e i designatori. Ormai è chiaro a tutti che le milanesi avevano comportamenti identici a quelli della Juventus.
A marzo 2010 si scopre che delle 35 schede svizzere per cui Moggi era stato condannato, solo 2 risultavano attivate almeno una volta, il resto mai utilizzate. Le schede svizzere, inoltre, possono essere tranquillamente intercettate dall'Italia, cosa che invece la procura federale considerava impossibile. Lo dimostra un'intercettazione con una sim svizzera in Italia tra Moggi e Bergomi. Si scopre un'intercettazione prima di Inter-Juventus in cui Carraro (ex presidente Figc) a Bergomi dice: "Nel dubbio fischiate contro la Juve, non dovete assolutamente favorire la Juve". Questa intercettazione sembrerebbe smontare definitivamente l'associazione a delinquere finalizzata alla frode sportiva per cui la Juventus è stata condannata assieme a Moggi. La famosa "cupola" non esisteva affatto. La Juventus si infuria e chiede spiegazioni sui motivi che hanno spinto Auricchio (che contemporaneamente è stato promosso al grado di colonnello) a non consegnare le altre intercettazioni e sul perchè la Figc non sia intervenuta per requisirle, poichè quelle intercettazioni avrebbero potuto evitare la retrocessione della Juventus.
Dopo quasi un anno di sollecitazioni senza risposta, la Figc finalmente si muove e apre un'inchiesta sulle nuove intercettazioni. Ma è troppo tardi: infatti purtroppo la Figc "scopre" casualmente che sono scaduti i termini di prescrizione e quindi l'Inter non può essere condannata, proprio perchè prescritta. Se la Figc si fosse mossa subito, come aveva fatto nel 2006 aprendo un'inchiesta dopo tre settimane, invece di attendere un anno dalla pubblicazione delle intercettazioni che coinvolgevano le altre squadre, l'Inter sarebbe retrocessa in Serie B. Come spiega il procuratore Palazzi: "L'Inter ha violato l'art.1 e l'art.6 del codice sportivo". Perciò l'Inter si salva.
La Juve si infuria e chiede almeno la revoca dello scudetto del 2006. Ma anche qui arriva la beffa: lo scudetto non può essere revocato perchè manca la norma che lo permette, poichè Guido Rossi aveva violato il codice sportivo assegnando di sua iniziativa lo scudetto all'Inter, stranamente però nessuno della Figc si era accorto nel 2006 dello sbaglio di Guido Rossi.
A dicembre 2011, nel processo di Napoli, Moggi viene condannato con una sentenza di primo grado per le schede svizzere, che però non furono mai attivate. Nel febbraio 2012 la sentenza viene resa pubblica e spiega che: "L'imputato Luciano Moggi è stato condannato, ma non esistono prove che dimostrino che le sue azioni abbiano potuto in alcun modo alterare il campionato".