Gigi d' Alessio al rogo
2010-04-13 05:49:38 UTC
1) VITTORIO POZZO: sicuramente il più grande, vincere due mondiali di seguito (anche se nel 1934 qualche aiutino di troppo lo ricevemmo) è impresa non da poco. Il suo vero capolavoro, tuttavia, fu la conquista dell'oro olimpico a berlino 36 con una selezione di giocatori di serie B universitari. L'alpino Pozzo aveva capacità manageriali e gestionali spiccate (vinse il mondiale del 1938 con solo due giocatori reduci dal trionfo romano del 1934): forse un uomo d'altri tempi (faceva dormire i suoi giocatori in caserma e faceva imparare loro canzoni patriottiche), con una visione calcistica derelitta (quando in italia irruppe il sistema Pozzo passò di moda e le prese anche lui di santa ragione!), ma sicuramente il miglior mister mai vistosi in Italia
2) OSVALDO BAGNOLI: Il Mago della Bovisa merita l'argento, nella sua carriera compì autentici miracoli con squadre non certo fenomenali! Il suo capolavoro rimane lo scudetto del Verona nel 1985. Univa saggezza contadina, praticità da metalmeccanico, e occhio nell’individuare talenti nascosti. Capì che gli armadi nordeuropei Briegel ed Elkjaer, la velocità di Fanna e Galderisi, e la follia impresentabile di Garella avrebbero permesso al Verona di raggiungere qualsiasi risultato e ci riuscì. Compì un altro capolavoro nel 1992 quando portò il Genoa in semifinale di Coppa UEFA. Un genio del calcio sottovalutato.
3) NEREO ROCCO: El Paron, fu il capostipite di un'ondata di allenatori di successo (Trapattoni, Radice, Bearzot), fu il primo tecnico ad usare con sistematicità il libero e il gioco all'italiana. I suoi capolavori sono: il second posto con la Triestina (1947/48), il terzo posto con il Padova (1957/58) e le vittorie nazionali e internazionali con il Milan negli anni Sessanta. Le sue squadre, solide e ben impostate in dfesa, producevano dall' altra parte un calcio frizzante e spettacolare (le tre punte e il fantasista per il Paron erano un must!), il suo grande pregio era il saper ottenere il massimo da giocatori ormai sl viale del tramonto o bolliti (Cudicini, Malatrasi, Hamrin).
4) FABIO CAPELLO: attualmente il miglior tecnico in circolazione, gestore di talenti, ottiene (quasi) sempre il massimo dai propri uomini anche in situazioni ambientali impossibili (vedi l'ultima Liga a Madrid). Antepone il risultato a tutto; è antipatico ma vincente. Bisogna dargliene atto. Non sembra ma le sue squadre giocano a calcio. Assolutamente anonimo dal punto di vista tattico (conosce solo il 4-4-2), ma dispone i suoi uomini in modo che possano rendere al meglio. Ha vinto ovunque, e non è poco. Nota di demerito: ovunque vada lascia dietro di sé una scia di macerie economiche e lo spogliatoio spaccato. Ora è il Ct della nazionale inglese e sono sicuro che in terra africana Don Fabio (anzi Sir Fabio) farà qualcosa di importante
5) NILS LIEDHOLM, un grande uomo di sport e un grandissimo tecnico. Sapeva estrarre il meglio da chiunque, soprattutto da giocatori dati in disarmo. Spiazzanti la sua filosofia e il suo amore per l’ironia. Di Nils vanno ricordate le sue grandissimi doti umane, per i suoi “Iocatori” infatti si sarebbe buttato nel fuoco. Non disdegnava la scaramanzia. Importò la zona in Italia. Riuscì a vincere la Stella con un Milan pieno di vecchietti e regalò ai tifosi della Roma il periodo più bello di sempre. Basta questo per essere inserito nella Top 5!
6) GIOVANNI TRAPATTONI: E’ a ragione considerato un maestro. Altro formidabile allievo di Nereo Rocco. Ha un carattere d’oro, forse troppo indulgente coi giocatori negli spogliatoi, diventa una belva in panchina. A settanta anni non ha ancora smesso la tuta per il Mondo, e ovunque vada miete consensi al di là dei risultati. Non ha paura di nessuno e inchioda i propri giocatori alle loro responsabilità (Indimenticabile la conferenza stampa di Monaco di Baviera, Struuunz!). E’ capace ad insegnare calcio, da gioco alle sue squadre, è stato per anni ingiustamente tacciato di difensivismo ad oltranza. Nota di demerito: il non essere riuscito ad aggiornare i metodi di allenamento lo sta marginalizzando dai grandi scenari calcistici. Rimane un inarrivabile, mitico Trap!
7) TOMMASO MAESTRELLI: Un maestro di vita e di calcio. Saggio ed educato, grandissimo psicologo. Riuscì a gestire uno spogliatoio nel quale i giocatori si prendevano a pistolettate. In pratica vinse lo scudetto dividendo apposta lo spogliatoio in due fazioni. Quella Lazio lì era uno squadrone costruito pezzo su pezzo anche dall’allenatore che, contro ogni aspettativa, la portò in cima al calcio italiano. Un brutto male lo stroncò a soli cinquanta anni, privando la Lazio e tutto il calcio italiano di un uomo che avrebbe potuto dare molto di più.
8) MANLIO SCOPIGNO Basterebbe dire che ha vinto lo scudetto col Cagliari. Un grandissimo psicologo e un personaggio schiettto molto singolare e fuori dagli schemi. La sua era una filosofia spiccia che, badando al sodo, otten